La recente e repentina approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Decreto legge n. 11 “recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti, che ha stabilito la fine dello sconto in fattura e la cessione del credito relativi alle spese per Superbonus e gli altri bonus edilizi, continua a generare dubbi e perplessità soprattutto tra gli esperti del settore.

Il Ministro dell’economia Giorgetti ha spiegato che il motivo di questa decisione, presa nella tarda serata dello scorso 16 febbraio, ha una doppia finalità: risolvere il problema dei crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici. Riguardo la prima questione: “interveniamo sulla cessione dei crediti d’imposta che ammontano a 110 miliardi, questo è l’ordine di grandezza che deve essere gestito, l’obiettivo è dare la possibilità di gestirlo” spiega Giorgetti. Per quello che invece riguarda i conti pubblici il riferimento è all’esperienza, fermata sul nascere, di acquisto dei crediti da parte di enti locali che con il nuovo decreto è stata vietata in maniera perentoria. Una politica “scellerata”, come l’ha definita il Ministro, che avrebbe portato a un impatto sul debito pubblico e che ha generato costi in carico a ciascun cittadino italiano di 2.000 euro a testa.

Gli esponenti del Governo sostengono che non c’era altra soluzione al problema dei crediti incagliati e della presunta voragine che si è generata nei conti dello Stato. La maggior parte dei professionisti del settore invece smentisce quanto affermato da Giorgetti e assicura che soluzioni alternative al blocco totale dei bonus potevano essere trovate e applicate. Tra coloro che confutano categoricamente le parole del Ministro ci sono diverse fonti autorevoli, tra cui istituti di ricerche e statistiche, quali Nomisma e Eurostat.

Secondo uno studio recente di Nomisma riguardo l’impatto economico che ha avuto il Superbonus 110% sull’economia nazionale è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto. Gli italiani con reddito medio-basso ad aver beneficiato del provvedimento sono stati 1,7 milioni, inoltre coloro che hanno usufruito dei bonus finora hanno ottenuto un risparmio in bolletta di 964 euro all’anno. Lo studio evidenzia anche una riduzione del 15,5 % per un solo salto di classe energetica, 30,9 % per un salto di 2 classi energetiche e del 46,4 % per un salto di 3 classi. In caso di conferma del Superbonus anche per l’anno in corso, le famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all’efficientamento energetico di un immobile di proprietà sono 10,3 milioni.

Altro dato che va sicuramente citato è quello relativo all’impatto sociale che le misure hanno avuto con un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati. È implicito che l’incremento di questi posti di lavoro è destinato a un deciso arresto, se non addirittura a un calo netto, qualora il Governo non decidesse di rivedere il suo provvedimento. Per quanto riguarda Eurostat già qualche giorno prima del nuovo decreto Luca Ascoli, direttore statistiche e finanza pubblica, si era espresso spiegando che il Superbonus non costituisce “debito pubblico” ma impatta sul deficit dello Stato in base a come si considerano i crediti d’imposta che il bonus genera: crediti fiscali pagabili e crediti fiscali non pagabili.

Non vi è stato finora alcun impatto sul debito, né vi sarà” ha affermato Ascoli. “L’impatto a lungo termine del Superbonus e dei bonus edilizi sul deficit è esattamente lo stesso, identico sia se il credito fiscale è pagabile sia se non è pagabile. Quello che cambia è il momento in cui vi sarà l’impatto e non l’ammontare totale finale del costo della misura” (se il credito è pagabile l’impatto si ha nel momento dell’avvio dei lavori edili che fanno nascere il credito, se non è pagabile l’impatto sarà costituito dalle mancate entrate fiscali future – per il Superbonus 5 anni).

Riguardo la questione del rincaro dei materiali edili che il Superbonus avrebbe causato, secondo gli ultimi dati di Istat e Eurostat dello scorso maggio, l’indice dei prezzi delle costruzioni in Italia è salito del 9,7% rispetto alla media Europea del 20% dove il Superbonus non c’è. È facile dedurre quindi che non possono essere stati solo i bonus a provocare la lievitazione dei prezzi, un ruolo dominante lo hanno di certo avuto le problematiche produttive e logistiche del post-pandemia e il caro energia scaturito dall’invasione russa dell’Ucraina. Per valutare gli effetti finanziari dei bonus edilizi, già nel 2021, un’analisi prodotta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri evidenzia che il disavanzo nelle casse dello stato sarebbe stato compensato dalla generazione di Pil.

Un carattere di sostenibilità della misura sarebbe stato prevedibile in un orizzonte di 4 o 5 anni, periodo in cui, la domanda di ristrutturazione e di efficientamento energetico degli edifici avrebbe potuto mantenersi su livelli elevati, attivando nel sistema economico ulteriori effetti di crescita. Se pure hanno generato delle problematiche a cui sicuramente è possibile porre rimedio, il Superbonus e tutti gli altri bonus hanno portato, in questi anni anche benefici di una certa rilevanza, a partire dal rilancio di un settore, quello edilizio, completamente fermo e abbandonato a sé stesso fino a pochi anni fa. Senza considerare la questione ambientale: la maggior parte delle emissioni di CO2 sono causate dalle abitazioni.

È necessaria una politica volta all’efficientamento energetico nazionale se vogliamo contribuire, in maniera attiva, al raggiungimento degli obiettivi di neutralità carbonica che l’Europa ha fissato per il 2050. I cantieri avviati grazie dal Superbonus e già chiusi “coprirebbero meno del 2% del parco edifici residenziali in Italia” spiega Nomisma.

Dopo lo stop del governo serve una strategia per riqualificare il 98% degli edifici restanti. Attendiamo di capire come la situazione si evolverà nelle prossime settimane, troppe questioni sono rimaste in sospeso, troppe variabili sono coinvolte e troppe domande ancora hanno bisogno di risposte e ci auguriamo di averle al più presto. https://www.nomisma.it/superbonus-nomisma-comunicato-stampa/